Testo scritto per gli abitanti di Santa Marta e distribuito al mercato del lunedì. Di questi tempi chiunque occupi una casa, ma anche una palazzina, una vetrina, un garage, non può non scontrarsi con l’applicazione del famigerato articolo 5.
Qualche spunto di riflessione, per non addetti ai lavori, su come evitare guerre tra poveri in pianerottolo.
Ad aprile 2014 è entrato in vigore il decreto legge, meglio conosciuto come Piano Casa, per la “Lotta alle occupazioni abusive”, redatto dal ministro Lupi. Questo decreto, oltre ad estendere la flagranza e le pena massima per il reato di occupazione, fa sì che chi occupa una casa non possa in alcun modo richiedere l’allaccio alla rete idrica e elettrica, nè possa richiedere la residenza al proprio Comune. La norma in questione, il famigerato Articolo 5, è inoltre retroattiva: si applica cioè anche per casi di alloggi già occupati in precedenza.
Negli scorsi mesi molti movimenti di lotta per la casa, in tutta Italia, si sono battuti contro questa legge, facendo pressione sul Comune di appartenenza o sugli enti erogatori di acqua ed elettricità, ottendendo in alcuni casi il risultato di far sospendere l’applicazione della norma, per un certo numero di case o in una determinata porzione di città. Ciò non risolve tuttavia il problema di tutti quegli occupanti che non possono, o non vogliono, organizzarsi in questo modo, avendo la forza o il desiderio di porre rivendicazioni alle istituzioni.
L’Articolo 5 impedisce a chiunque di vivere in delle case occupate: toglie elettricità e acqua (bene comune?) per mangiare, bere, cucinare, riscaldarsi, mentre il non avere una residenza rende impossibile l’accesso all’assistenza sanitaria, iscrivere i propri figli a scuola e via dicendo.
L’applicazione dell’Articolo 5 è, nei fatti, uno sgombero, e come tale va trattato.
Come ci organizzeremo per contrastare l’arrivo della polizia allo sgombero di un’abitazione allo stesso modo ci organizzeremo insieme per avere acqua, luce e gas senza chiedere nulla ai fornitori ufficiali.
Provvedere autonomamente agli allacci, è bene ricordarlo, non toglie niente e non danneggia chi ha un contratto regolare per l’erogazione dei servizi. In un contesto in cui qualunque servizio viene privatizzato, con conseguente aumento delle tariffe per gli utenti senza che vi sia una razionalizzazione della rete o un qualche miglioramento della stessa, allacciarsi ai sistemi di fornitura principali senza aspettare di farsi sgomberare, o di abbandonare l’abitazione perchè invivibile, è senza dubbio la scelta più logica per soddisfare i propri bisogni.
E se non ti sembra giusto pagare le bollette mentre il tuo vicino occupante non lo fa la soluzione è semplice: incontriamoci e organizziamoci insieme per non pagare più nulla! Guerra tra poveri e giochi al ribasso non giovano a nessuno.
E’ anche a questo scopo che ogni settimana, per ora solo il martedì pomeriggio, troverete aperta la vetrina del “Bulli e Pupe”, al centro di Calle Larga Ca’ Matta. Questo spazio di proprietà dell’ATER, storica sede del comitato abitanti occupato da un paio d’anni, vuole diventare un punto di riferimento per tutte le problematiche e le proposte di chi vive Santa Marta, un luogo dove incontrarsi e stare assieme, all’insegna della gratuità e del mutuo appoggio.
Siamo aperti ad ogni tipo di iniziativa: dall’assistenza legale alle riunioni di condominio, dalle feste per bambini ad ogni iniziativa volta a vivere meglio il nostro quartiere.
Veniteci a trovare! Ogni martedì dalle 14 alle 19 al Bulli e Pupe.
Occupanti dell’ex Ospizio e di alcune case di Santa Marta