Monthly Archives: Luglio 2016

Dalla quarta sezione

Riportiamo una lettera arrivata dal carcere San Pio X di Vicenza, firmata da alcuni detenuti della quarta sezione. La richiesta di diffusione di questo scritto nasce dalla necessità di far conoscere il comportamento delle guardie durante l’incendio di quattro giorni fa, guardie che avrebbero volontariamente omesso di soccorrere un detenuto asmatico svenuto per il denso fumo in sezione.

Nello scritto si fa anche riferimento ad un altro incendio, avvenuto tre giorni prima.

Il testo è riportato in maniera integrale, con l’aggiunta di qualche elemento di punteggiatura e un’ortografia normata. La sintassi è invece totalmente originale.


Noi detenuti della 4a sezione testimoniamo con questo foglio che la notte del 12/07/16 verso le ore 22 circa è stato dato fuoco a un lenzuolo che ha causato fumo sintetico [sic], e poi sono state avvisate le guardie di intervenire con un modo rassicurante, per spegnere l’incendio e di bagnare tutta la cella, così il detenuto che si trovava dentro non poteva appiccare il fuoco di nuovo.

Ma non è stata una richiesta per la nostra sicurezza e vita ed infatti fu [sic] incendiata di nuovo la cella con i materassi di prodotti chimici, cosa che ha riempito tutta la sezione di fumo sintetico e molto tossico. A quel punto le guardie spengono il fuoco e ci fanno uscire per le scale. Un’ora dopo qualcuno di noi si accorge dell’assenza di E. che tutti sappiamo che soffre d’asma visto che è stato intossicato e ha respirato [il fumo di un] incendio di un cuscino la sera del 9/7, cioè tre giorni prima.

E solo un’ora dopo quest’ ultimo incendio sono andati a portare E. che era svenuto, e noi tutti eravamo al cancello.

Come si fa a non intervenire e spegnere il fuoco subito causati detenuti e cercare di non farci intossicare?

Come si fa ad abbandonare un detenuto che soffre di asma respiratoria quando tutte le guardie sono a conoscenza del suo problema ? Poi abbiamo visto che e assistito a questa cattiva azione , sappiamo che sono andati subito all’ospedale per disintossicarsi , speriamo che diano a noi il modo di disintossicarsi, visto che abbiamo respirato la stessa aria delle guardie.

Vi ricordiamo che siamo esseri umani anche noi!!

Seguono le firme di 17 detenuti della quarta sezione

bottiglia carcere


Sette anni, sette mesi

E’ arrivato ieri a sentenza il processo a carico di alcuni secondini di Santa Maria Maggiore, accusati di omicidio colposo per la morte di Cherib Debibjavi, avvenuta nel 2009 all’interno del carcere veneziano.

Cherib, dopo essere stato salvato dai propri compagni di cella da un tentativo di suicidio, si è impiccato il giorno seguente dopo essere stato sbattuto nella cella 408, la famigerata “liscia” (una stanza priva di suppellettili e di arredi), con la sola compagnia di una coperta che ha usato come corda. La sua storia, anche grazie alle coraggiose testimonianze di altri reclusi che l’hanno fatta uscire, ha iniziato a portare l’attenzione sulla sadica amministrazione del carcere veneziano, sviluppando una sensibilità alla solidarietà che ha saputo riflettersi fino agli ultimi eventi.

Ieri, dopo 7 anni e numerose udienze, sono stati assolti l’ispettore Leonardo Nardino e il vice-sovrintendente Francesco Sacco, accusati di aver presieduto e sorvegliato il trasferimento di Cherib nella “liscia”. Condannato invece a 7 mesi di reclusione, per i reati di omicidio colposo e abuso di autorità, l’ispettore Stefano di Loreto, colui che avrebbe materialmente chiuso la porta della cella, abbandonando il ragazzo a un destino già scritto.

Condannata in primo grado ma già assolta in appello la sorvrintendente capo Daniela Caputo, che avrebbe convalidato formalmente il trasferimento.

Come in altri casi simili la Giustizia assolve sè stessa, preservando intatta la catena di comando e affibiando pene a dir poco simboliche agli esecutori materiali. Pene che suonano come l’ennesimo schiaffo alla memoria di un ragazzo morto perchè finito nelle mani dello Stato.

Chi muore in carcere muore di carcere, scrivevamo dopo il decesso di Manuel a Santa Maria Maggiore nel novembre dell’anno scorso, decesso le cui circostanze rimangono tuttora oscure. Un messaggio che resta ancora valido e pieno di senso.

La giustizia dei tribunali ha fatto il suo corso. Ora non resta che evitare di seppellire ancora una volta Cherib sotto una coltre di oblio e di pacificazione.

E per non dimenticare bisogna, prima di tutto, non perdonare.

liscia

 


Fuoco nel fuoco

Ancora fuochi nel carcere San Pio X, a Vicenza. Un detenuto italiano, esasperato dalle condizioni sempre più critiche di uno dei penitenziari più infernali della regione, avrebbe dato fuoco al materasso della propria cella, intossicando 5 agenti di polizia penitenziaria. Secondo i giornali l’episodio non sarebbe isolato, ma si inscriverebbe in un’escalation, l’ennesima, di violenze ai danni delle guardie e di insubordinazioni iniziate in questi giorni, con l’arrivo del gran caldo. I sindacati di polizia più attivi (i soliti Uil-Pa e Sappe) lamentano come al solito le precarie condizioni di sicurezza in cui sono costretti (?) ad operare, assieme a una cronica mancanza di organico.

Mancanza di organico che si andrà ad aggravare dal prossimo mese. Il 26 luglio prossimo è infatti prevista la visita al San Pio del ministro della giustizia Orlando, che inaugurerà il nuovo padiglione del carcere berico, con 200 posti nuovi di zecca pronti ad essere riempiti. Un progetto, quello del nuovo padiglione, previsto dall’ultimo piano carceri, che in Veneto ha riguardato principalmente la costruzione del nuovo carcere di Rovigo.

Un ampliamento che sicuramente non andrà a risolvere una situazione da più di un anno in costante ebollizione, tra vermi e altri insetti nel vitto, prepotenze delle guardie e rivolte sedate con l’intervento di reparti speciali.

sanpiox


Nè buone, nè cattive

In merito all’udienza per la richiesta di Sorveglianza Speciale ai danni di un compagno, tenutasi il 30 giugno scorso nell’Aula Bunker di Mestre, il Tribunale si è riservato di decidere solo dopo aver raccolto ulteriori informazioni sulle segnalazioni e sullo stato dei procedimenti contestati all’interessato.

E’ stata quindi fissata una nuova udienza per il prossimo 20 settembre, alle ore 12, presso la Cittadella della Giustizia di Venezia, in Piazzale Roma.

Cogliamo questo rinvio come un’occasione per allargare la solidarietà e il discorso su questa pesante misura di prevenzione.

Aspettando il 20 settembre.

Godot