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Casa sgomberata? Casa murata!

Stamattina (4 marzo) operai, digos e sbirraglia varia si presenta alla porta della casa occupata in Fondamenta dell’Arzere. Dopo aver sfondato la porta procedono a sgomberarne l’unico occupante, che non oppone resistenza. 

La casa verrà murata nel corso della mattinata. Nelle foto sottostanti due solerti lavoratori all’opera nell’erigere l’infame abuso edilizio. Di seguito il comunicati di alcuni solidali.


 

 

 

 

 

 

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La mattina del 4 marzo 2015 polizia, digos, operai e funzionari dell’Opera Pia delle Elemosiniere hanno sfondato la porta della casa occupata in Fondamente dell’Arzere, cacciandone l’unico occupante che non ha opposto resistenza.

La casa, di proprietà dell’Opera Pia, lasciata vuota e a marcire da più di dieci anni, recentemente era stata occupata da persone che avevano deciso di ristrutturarla per abitarla, non volendo o non riuscendo a pagare gli affitti spropositati che questa città impone.

In seguito allo sgombero gli operai, chiamati dai funzionari dell’Opera, hanno provveduto a rompere i sanitari, sbarrare le imposte e a murare l’ingresso dell’edificio, al fine di impedire che qualcun altro possa anche solo pensare di ristabilirsi tra quelle quattro mura.

Non ci fanno paura la polizia e gli sgomberi: chi vive questo quartiere tutti i giorni sa che, attraverso le sue reti informali di solidarietà e di mutuo appoggio, non resterà solo e non avrà difficoltà alcuna a trovare un’altra sistemazione. Questo sgombero però non è un caso isolato, è in perfetta continuità con la vera è propria guerra agli occupanti di case iniziata dal governo Renzi attraverso l’articolo 5 del Piano casa, che non permette l’allaccio delle utenze e di stabilire la propria residenza a chi è considerato abusivo. Negli ultimi mesi innumerevoli sono stati gli sgomberi di alloggi, da Roma a Milano, passando per Firenze e molte altre città. Tuttavia la difesa di questa pratica, che in molti quartieri realmente abitati è percepita come legittima e necessaria, ha costretto più volte la polizia a interrompere le operazioni di sgombero.

Ci preme però fare un paio di considerazioni in proposito.

La prima è che se si preferisce lasciare una casa vuota e murata piuttosto che vederla abitata è perchè ciò è funzionale al disegno di “riqualificazione” di Santa Marta. Gli enti pubblici (Ater, Ire, Opera Pia etc..) al pari dei privati, fanno di tutto pur di lasciare il proprio patrimonio immobiliare vuoto, in attesa che il prezzo del mattone ritorni a crescere anche in questo pezzo di città. Un futuro che è già qui, cosa presente, e che arriverà sotto forma dei binari del tram, della costruzione del nuovo campus per studenti in luogo della facoltà di scienze e delle speculazioni immobiliari nell’area dell’ex Italgas. Cacciare i residenti, chi ha deciso di prendere casa qui, i poveri per lasciare spazio ai “nuovi abitanti altamente qualificati”, ad appartamenti di pregio e a un quartiere che diventerà un nuovo braccio di terra-ferma.

L’altra è che l’unica maniera credibile per mettersi di traverso a questi piani, per salvaguardare non il quartiere così com’è ma ciò che siamo riusciti a costruire di comune fra chi vi abita, è quella di proseguire nella strada delle occupazioni, del fare da soli, del far vivere il quartiere dove abitiamo senza aspettare il permesso di qualcuno.

Non sarà uno sgombero a fermarci, ci rivediamo nelle calli!