Una gabbia di ferro e cemento, ancora vuota, con vista sulla tangenziale.
Una trentina di milioni di euro per edificare l’ennesimo luogo di isolamento e rassegnazione nel paesaggio urbano: il nuovo carcere di Rovigo.Una struttura che quando aprirà i battenti, con i suoi 200 posti estendibili a 400, diventerà la prima “soluzione” ai problemi degli altri penitenziari della regione.
In tutto questo l’unica narrazione che è riuscita a imporsi è quella del Sappe, il meschino sindacato di polizia penitenziaria che, negli ultimi mesi, non ha risparmiato lagne sulle proprie condizioni lavorative, sul ritardo nella consegna della nuova struttura e sullo stato delle proprie divise.
Eppure le mura di Vicenza, Verona, Venezia e Belluno ci hanno raccontato un’altra storia. La storia di chi smette di avere paura delle sbarre e delle guardie, di chi si organizza per ribellarsi a uno stato di cose intollerabile e umiliante.
Abbiamo deciso di portare quelle voci anche a Rovigo, per espanderne l’eco.
Perchè nessun nuovo carcere può essere una soluzione. Perchè, dentro come fuori, l’unica libertà possibile è nella lotta contro questo presente.
Sabato 19 marzo, dalle ore 14.30 sotto al carcere di via Verdi con musica e microfono aperto, per un pomeriggio di solidarietà a tutti i reclusi.
Versione stampabile del manifesto qui CARTEL ROVIGO