Mira-ggi di sgombero

Via Borromini 7, Mira. Una palazzina occupata che, da anni, è al centro delle cronache della Riviera. Prima per le intemperanze degli assistenti sociali del comune, che a più riprese hanno minacciato gli occupanti con figli di togliere loro la patria potestà, poi con l’iniziativa, spinta dalla giunta 5 stelle, di sventrare la strada antistante per tagliare l’allacciamento alla rete idrica.

Una situazione che si trascina da più di tre anni e che trovate riassunta nel Volantino scritto all’epoca dei fatti da un’assemblea solidale.

Ultima minaccia, in ordine di tempo, di sgombero dello stabile era fissata per ieri, 16 marzo. Dalla mattina un picchetto composto da amici e solidali degli occupanti presidia l’ingresso dell’abitazione. Dopo mezzogiorno, cogliendo l’occasione dell’allontamento di alcuni solidali, interviene in forza la polizia locale, con un inedito armamentario di caschi, scudi e spray al peperoncino. Scortano la ditta incaricata di lamierare porte e finestre degli appartamenti.

Giunti sul retro della casa, mentre gli operai provano a chiudere le finestre di un appartamento “per questioni di emergenza sanitaria” (senz’acqua, del resto…), la determinazione del picchetto appena ricomposto fa tornare la polizia a più miti consigli. Non sarebbe stato sicuro proseguire, dichiareranno poi ai giornali.

Ad andarsene a testa bassa, ieri in via Borromini, sono stati solo gli operai e gli agenti incaricati di proteggerli.

borromini

Di seguito il testo di cui sopra, scritto ormai tre anni fa ma che ben illustra la situazione:

Nel corso del 2012 molti comuni della Riviera del Brenta, e tra questi il comune di Mira, si sono dovuti confrontare con la cosiddetta “emergenza casa”.

Le richieste di partecipazione al bando per l’assegnazione di alloggi popolari, a cadenza biennale, sono state più del doppio di quelle del 2010.

Altrettanto numerose sono state le richieste di contribuiti da parte di famiglie per riuscire a pagare l’affitto e non essere considerati morosi. La morosità è infatti una di quelle condizioni che preclude l’accesso alle graduatorie per vedersi assegnata una casa.

Nel 2010 un cittadino mirese, rimasto senza abitazione ed esasperato dai tempi infernali delle gradutatorie, ha condotto una singolare protesta portando tutti i mobili di sua proprietà in sala del consiglio comunale.

A fronte di centinaia di persone che, soffocate dalle condizioni di crisi imposte da padoni e banchieri, necessitano di una casa, ad oggi nel solo territorio comunale di Mira sono presenti 82 alloggi pubblici non assegnati e ben 947 appartamenti di privati lasciati vuoti.

E’ in questo contesto che nel giugno scorso quattro famiglie senza casa hanno deciso di occupare quattro appartamenti in via Borromini 7. Un edificio di proprietà comunale composto da dodici vani, tutti lasciati vuoti ed in stato di abbandono.

Gli occupanti hanno fin da subito reso pubblica la loro scelta attraverso volantinaggi e presidi informativi. Non nascondendo le loro condizioni e i loro bisogni, comuni a quelli di molte altre persone e famiglie, gli occupanti sono riusciti così a squarciare quella cappa di disperazione, vergogna e isolamento in cui spesso si racchiude chi si trova ad affrontare dei problemi.

Purtroppo, come spesso succede in una politica che non sa rappresentare più nulla se non sé stessa, la giunta grillina del Comune di Mira ha dimostrato tutto la sua incapacità e il suo infantilismo nell’affrontare la situazione.

Schermandosi dietro una legalità sorda e cieca, la soluzione più semplice per chi non è in grado di scendere dagli scranni del potere per guardare la realtà, la giunta e il sindaco Maniero hanno prima proposto alle madri e ai figli occupanti la collocazione presso una comunità d’accoglienza (di fatto dividendo il nucleo famigliare), in seguito hanno loro offerto una somma di denaro ridicola per lasciare il Paese (metà degli occupanti sono cittadini italiani…).

Al rifiuto da parte degli occupanti di queste umilianti proposte, il sindaco ha pensato bene di sventrare la strada davanti alla palazzina, tagliando con una ruspa la fornitura idrica in pieno agosto.

Un gesto disumano a cui è seguita la disumana persecuzione perpetrata dagli assistenti sociali del comune, nella persone della sig.ra Squizzato, che, riscontrata la mancanza di condizioni igieniche adeguate (senz’acqua, del resto…) ha spinto per togliere la patria potestà alle famiglie.

Potevamo pretendere maggiore sensibilità da parte di una giunta presieduta da un ragazzo di 26 anni e dalla sua amministrazione a 5 stelle?Probabilmente sì, anche se di certo non possiamo aspettarci che Alvise Maniero, che può permettersi di tenere vuota una casa di sua proprietà a Mira, o personaggi come Gino Biasiolo, che alla giusta rabbia degli occupanti in consiglio comunale risponde con “Che me ne frega, io di case ne ho tre”, si immedesimino nella situazione di chi non ha più un tetto sopra la testa.

Con il passare dei mesi si è costituita un’assemblea di sostegno agli occupanti, che sta riscuotendo crescente simpatia tra Padova e Venezia. Un’assemblea nata per ribadire la necessità, di fronte all’incapacità e agli interessi della politica, di prendersi ciò di cui si ha bisogno senza aspettare.

Appoggiamo via Borromini 7 augurandoci che tanti, nei prossimi tempi, non scelgano la disperazione e l’isolamento ma provvedano da soli alle proprie necessità.

L’acqua e un tetto ci servono subito, per la legalità possiamo aspettare

LA CASA SI PRENDE E SI DIFENDE!


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