Quattro giorni fa una rivolta ha scosso il centro di prima accoglienza di Cona, in seguito alla morte per cause naturali di una ragazza e al ritardo nell’arrivo di medici e ambulanza per soccorrerla. Molto si è detto e scritto in questi giorni su ciò che è accaduto nella ex base militare, che “ospita” al momento più di 1500 persone. In mancanza di ulteriori fonti dirette e aggiornamenti sulla situazione rimandiamo al bell’articolo apparso sul blog Hurriya ieri, di cui qui trovate il link.
Sull’escalation di vessazioni che ha portato all’esplosione del 2 gennaio rimandiamo ad un altro articolo del medesimo blog (qui), dove vengono anche sollevate le responsabilità della cooperativa Ecofficina, nota anche come Edeco, vincitrice del bando per la gestione del centro. Responsabilità che appaiono tutt’altro che secondarie, data la fama che la cooperativa di Battaglia Terme si è guadagnata negli ultimi anni nei centri di accoglienza di Bagnoli di Sopra, Montagnana, Due Carrare e Oderzo.
Notizia odierna, tutta da confermare ma con buoni margini di attendibilità, è invece l’ apertura, nel prossimo futuro, un Cie nella zona di Campalto, conformemente alla volontà del governo di istituire un centro di identificazione e di espulsione in ogni regione.
Un progetto non nuovo, di cui si è molto parlato tra il 2010 e il 2011, che inizialmente doveva prevedere anche la costruzione di un nuovo carcere, attiguo al centro per migranti. All’epoca furono in molti a mobilitarsi, dalla Lega alla sinistra radicale, con presupposti in aperta contraddizione . Il progetto, che doveva rientrare nel piano carceri nazionale del 2009, finì con un nulla di fatto dovuto essenzialmente alla mancanza di fondi, già destinati alla costruzione della nuova ala del San Pio X e del nuovo carcere di Rovigo.
Singolare che l’ultima volta in cui pubblicamente si è riproposta la questione della costruzione di una struttura di reclusione in quell’area fu in seguito ad un’altra rivolta, quella dei detenuti di Santa Maria Maggiore nel 2015. Poco dopo i fatti il Movimento 5 Stelle dichiarò la necessità di disporre di un carcere più moderno ed efficiente, immaginandolo proprio sul vecchio progetto caldeggiato da Maroni.
Una volontà che sembra dunque persistere nel tempo, venendo rispolverata al manifestarsi di qualsiasi situazione di criticità e che ha tutta l’aria di essere “già pronta” nelle teste e nelle tasche di qualcuno.
Occhi e orecchie ben aperte, dunque.