ATTENZIONE! LA DATA DEL PRESIDIO è STATA MODIFICATA:
CI VEDIAMO SABATO 20/02/2016 ALLE 14.00 IN VIA S.GIUSEPPE (non più domenica 21)
Quattro suicidi, 55 tentativi di darsi la morte, 318 casi di autolesionismo. 2808 detenuti a fronte di una capienza regolare di 1693 unità.
Sono questi alcuni dei numeri che raccontano il 2015 tra le mura delle carceri del Veneto. Una situazione al collasso che ci parla di strutture fatiscenti, sovraffollamento, vitto scarso e immangiabile, sadiche ripicche di direttori e guardie.
In questo tetro quadro in molti hanno scelto di non abbassare più la testa, organizzandosi e preferendo ribellione al ricatto a cui chi è rinchiuso è costantemente sottoposto. L’anno passato la monotonia quotidiana delle prigioni di Venezia, Verona e Vicenza è stata interrotta da battiture di protesta, scioperi della fame e del carrello, conflitti con le guardie e vere e proprie rivolte.
Abbiamo ascoltato quelle grida di libertà, le stesse di sempre, e abbiamo cercato di sostenerle, amplificarle, diffonderle ovunque ci sembrasse necessario, per renderle più forti e incisive.
Perchè sappiamo che la giustizia, quella vera, non passa attraverso i rituali moriferi dei tribunali e delle prigioni.
Perchè ci è sembrato giusto dare una risposta all’altezza di chi, con caparbietà e coraggio, è stato in grado di inceppare quel dispositivo di solitudine e rassegnazione chiamato carcere.
Perchè il carcere, volenti o nolenti, è qualcosa che riguarda tutti, che è presente in ogni aspetto delle nostre vite. E vogliamo smettere di averne paura.
A seguito delle proteste numerosi detenuti sono stati trasferiti in altre carceri del Veneto. Provvedimenti che fungono da palliativo per alleviare le condizioni di sovraffollamento, ma anche da deterrente per lo scoppio di nuove rivolte.
Negli ultimi mesi più di quaranta ragazzi sono stati “sballati” dal carcere di Venezia a quello di Belluno, una struttura non ancora satura e “periferica” rispetto ai grossi penitenziari della regione.
Non far sentire soli i trasferiti, e tutti i loro compagni di detenzione, significa in questo momento riannodare i fili di una lotta non ancora sopita, che ha saputo parlare anche a chi, del carcere, non ha mai fatto esperienza.
L’appuntamento è per domenica 21 febbraio alle ore 15, sotto al carcere di Belluno (via Baldenich) con musica e microfono aperto.
In solidarietà a tutti i detenuti, per continuare a lottare.
Qui sotto trovate il Manifesto in formato stampa
e il volantino in A5