17/22 febbraio a Venezia viene lanciata una settimana di mobilitazione per i quattro No Tav in carcere dallo scorso 9 dicembre.
Piccola cronaca di cose successe tra le calli e la laguna:
LUNEDì 17 FEBBRAIO
Apparsi striscioni un po’ ovunque in città in solidarietà ai quattro e a sostegno della lotta No Tav. Tra i più fantasiosi “Riportiamo a casa i nostri eroi, terroristi saranno i marò!”.
MARTEDì 18 FEBBRAIO
In mattinata lunghe code in cinque filiali della Cassa di Risparmio di Venezia (gruppo Intesa San Paolo). I racconti degli impiegati parlano di un gran numero di clienti interessati, più che ad aprire un mutuo o a richiedere una prepagata, agli interessi del gruppo Intesa nella realizzazione del Tav in Val di Susa. Alcuni, parecchio decisi ad andare a fondo della questione, sbattono in faccia agli impiegati un volantino di cui trovate copia qui sotto. A metà mattina una filiale chiude lo sportello informazioni, due decidono di prendersi una giornata di ferie (dare troppe informazioni stanca!) e l’ultima prolunga l’orario di chiusura per permettere agli impiegati di continuare a chiacchierare (senza svolgere però alcun servizio) con questi personaggi indisponenti.
Con il TAV nessuna Intesa: fermiamo la banca in solidarietà con la Val di Susa!
Il 22 febbraio il movimento No Tav ha lanciato un appello per una giornata di mobilitazione diffusa nei territori in solidarietà con la Val di Susa. Questa chiamata arriva dopo molti mesi di militarizzazione della Valle, dopo innumerevoli arresti, provvedimenti cautelari, multe di centinaia di migliaia di euro, fino ad arrivare all’ultima inchiesta che vede quattro No Tav rischiare fino a 27 anni di carcere, con l’accusa di terrorismo, per un sabotaggio avvenuto nel cantiere di Chiomonte nel maggio scorso.
Crediamo che, per opporsi all’Alta Velocità, non basti individuarne le responsabilità politiche, ma individuare anche gli attori economici in campo.
Oggi abbiamo scelto di “smascherare” la Cassa di Risparmio di Venezia, cercando di turbarne la normale attività e di informare sulle sue implicazioni.
La Carive è stata acquisita nel 2002 dal gruppo Sanpaolo IMI, che nel 2007 si è fuso con banca Intesa dando vita al secondo gruppo bancario italiano, che conta 5.800 filiali e 11 milioni di clienti.
Il gruppo Intesa Sanpaolo è direttamente implicato nella realizzazione dell’Alta Velocità attraverso la Banca Infrastrutture Investimento e Sviluppo. La BIIS è il braccio operativo del gruppo Intesa nel settore delle infrastrutture: si occupa del finanziamento delle opere pubbliche, delle cartolarizzazioni dei crediti degli enti pubblici e della finanza di progetto.
Tramite la BIIS il gruppo finanzia direttamente la Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna, general contractor in quota PD, leader negli appalti per le grandi opere che prevedono scavi e gallerie. C.M.C. è una cooperativa “rossa” che realizza progetti in tutto il mondo, dalla metropolitana di Shangai al cantiere del cunicolo esplorativo in Val di Susa, fino ad arrivare al Passante di Mestre e alla Base Ederle di Vicenza.
La BIIS è inoltre azionista del COCIV, consorzio responsabile degli espropri per la realizzazione dell’Alta Velocità nel cosiddetto Terzo Valico, tra Liguria e Piemonte.
L’altro ente strumentale del gruppo Intesa è il Siti (Sistemi territoriali per l’innovazione), incaricato della gestione logistica del polo di Orbassano (crocevia tra Terzo Valico e la Torino-Lione).
Intesa Sanpaolo è anche attiva direttamente nel mercato dell’Alta Velocità ferroviaria: possiede infatti il 20% del capitale di NTV, i treni veloci Italo targati Montezemolo e Della Valle.
La connessione tra Intesa Sanpaolo e la realizzazione delle grandi opere infrastrutturali si è palesata anche con la nomina di Corrado Passera, ex amministratore delegato del gruppo, a Ministro dei trasporti e delle infrastrutture durante il governo Monti.
Questa “banca di sistema”, alla quale il governo tecnico ha ricorso più volte, è controllata dai politici attraverso la nomina (a cura del presidente della Regione Piemonte) del presidente della Fondazione Sanpaolo che detiene la maggioranza delle azioni del gruppo.
Intesa Sanpaolo avrà un peso sempre maggiore nell’affare TAV, continuando a garantire l’apertura del rubinetto finanziario che permette prestiti bancari garantiti dallo Stato, rivelando bene le vere ragioni del fronte Sì Tav, capeggiato dalla CMC e dal Partito Democratico..
Anche uscendo dall’ambito dell’Alta Velocità non mancano comunque i motivi per boicottare attivamente il gruppo Intesa, e, di conseguenza la Carive: basti pensare ai finanziamenti a Finmeccanica, maggiore esportatore di armi da guerra italiano e quarto nel mondo.
E’ quindi anche per difendere gli interessi economici del gruppo Intesa se la Val di Susa è stata militarizzata, se lo Stato italiano continua a testa bassa nella realizzazione di un’opera inutile e nociva e se la procura di Torino non ha nessuna remora nell’accusare quattro ragazzi di terrorismo per un compressore andato a fuoco.
FERMIAMO IL GRUPPO INTESA, FERMIAMO IL TAV
CHIARA, CLAUDIO, NICCOLò, MATTIA LIBERI SUBITO!
Alcuni No Tav veneziani
GIOVEDì 20 FEBBRAIO
Viene indetto un presidio sotto pioggia battente e gelo in quel di San Geremia, davanti alla sede Rai.
VENERDì 21 FEBBRAIO
Mestre, Piazzale Zorzetto. Altro presidio con proiezioni sui palazzi circostanti di video sulla lotta in Val Susa.
SABATO 22 FEBBRAIO
In mattinata due sedi del partito democratico ricevono visite di alcuni No Tav. Imbrattate porte e finestre e distribuito il seguente testo ai passanti:
Il Partito Democratico, dapprima come componente imprescindibile del governo “tecnico” (Monti) e in seguito come principale attore del governo “delle larghe intese” (Letta), governa di fatto il paese da più di due anni. Questo partito è, quindi, il principale responsabile delle politiche di miseria economica e devastazione sociale messe in atto negli ultimi tempi. Oggi vogliamo mettere in evidenza un aspetto specifico dell’operato del PD: quello di essere il più accanito promotore dell’alta velocità ferroviaria. Negli enti (comuni, province, regioni) in cui il Partito Democratico è in maggioranza, ovunque in Italia, la posizione è sempre favorevole alla realizzazione del Tav e la rilevanza e l’utilità dell’opera viene ribadita continuamente. Questa infrastruttura, definita “di importanza strategica nazionale”, ha causato e sta causando in realtà danni irreversibili all’ambiente (vedi il caso del Mugello) attraverso enormi trasferimenti di denaro pubblico ai privati, attraverso il sistema del project financing. D’altra parte, chi non ritiene indispensabile la realizzazione dell’alta velocità viene tacciato di essere contro il progresso e lo sviluppo economico, a causa di non meglio precisati “retaggi ideologici”. Il 9 dicembre scorso quattro No Tav sono stati arrestati con l’accusa di terrorismo, relativa a un episodio di sabotaggio al cantiere di Chiomonte, nel quale sono stati danneggiati alcuni macchinari. La specifica di “finalità di terrorismo” è da leggersi come un uso creativo del diritto a firma dei pm torinesi Padalino e Rinaudo, legittimata da una serie infinita di dichiarazioni di membri del Partito Democratico, tra cui spiccano Piero Fassino, Stefano Esposito e Pierluigi Bersani, su “infiltrazioni eversive”, “uso professionistico della violenza”, “metodi mafiosi” e chi più ne ha più ne metta. Queste dichiarazioni hanno accompagnato per anni l’escalation repressiva che, dalla militarizzazione della valle, ai fogli di via, alle multe, ai provvedimenti cautelari fino al ricorso al terrorismo, hanno colpito il movimento No Tav. Senza citare poi il neopensionato Caselli, magistrato da sempre legato al PD e alla cultura legalitaria di sinistra, che si è distinto negli ultimi anni per cercare, senza successo, di dividere e fermare il movimento di lotta popolare contrario all’Alta Velocità indagando e arrestando più di cinquecento persone. Il comma sexies dell’articolo 270 c.p, per il quale i quattro No Tav sono oggi detenuti in isolamento, è un’invenzione di quest’ultimo, risalente al 2005. Una norma secondo la quale sono assimilabili a una condotta terroristica tutti quegli atti volti a recare un “grave danno” a opere di “interesse strategico nazionale”. L’amplissima discrezionalità di interpretazione di questi due termini rende di fatto possibile la sua applicazione a qualsiasi atto di opposizione attiva a una nocività, anche se questa arreca, come in questo caso, solamente un “grave danno” di immagine per il Paese. Insomma se un movimento popolare, dopo aver attuato innumerevoli forme di lotta negli ultimi 20 anni, approda alla pratica del sabotaggio, quattro persone accusate di un episodio specifico devono pagare per tutti, poiché un’azione di disturbo, se compiuta nel cantiere di un’opera definita strategica, è considerata dallo stato un atto di terrorismo a tutti gli effetti. Ma perché il PD continua a sostenere che il Tav ha un carattere strategico quando altre organizzazioni partitiche, diversi autorevoli tecnici, personalità della cultura e dello spettacolo e perfino molti dei suoi elettori, hanno oramai compreso l’inutilità e la dannosità del progetto? La ragione del grande impegno del PD nella costruzione dell’Alta Velocità si può trovare nel suo tornaconto economico. Il general contractor che sta realizzando il cunicolo esplorativo in Val di Susa infatti è la Cooperativa Muratori e Cementisti che, a guardare le biografie dei suoi consigli d’amministrazione, risulta storicamente legata al PD. Questa cooperativa “rossa”, fondata a Ravenna ad inizio novecento, è oggi leader nel settore degli appalti pubblici per opere infrastrutturali, l’unica in grado di realizzare lavori di scavi sotterranei molto complessi. C.M.C. si sta aggiudicando miliardi di euro investimenti per grandi opere, garantiti dello stato italiano (con buona pace della finanza di progetto) che andranno ad alimentare il debito pubblico. In Veneto C.M.C. ha realizzato il Passante di Mestre e la più grande Base Militare europea a Vicenza, in futuro se l’ultima ipotesi di tracciato TAV da Venezia a Trieste dovesse concretizzarsi, sarebbe sicuramente la prescelta per realizzare gli innumerevoli tunnel sotto i centri abitati. Anche il PD veneziano si è contraddistinto nel supporto all’alta velocità. La giunta comunale, di cui il PD é il primo partito, dopo aver deliberato in merito all’importanza strategica del TAV nel 2011, ha presentato una propria proposta di tracciato (sostanzialmente affiancato alla linea storica). Questa giunta SI TAV e il partito democratico tutto è complice della repressione che da anni sta colpendo chi lotta contro l’Alta Velocità. Oggi aderiamo all’appello della Val di Susa per una giornata di mobilitazione diffusa il 22 febbraio informando quante più persone possibili sui reali motivi che spingono il PD a sostenere l’Alta Velocità, creando terribili conseguenze per chi si oppone in prima persona a questa devastazione. Claudio, Chiara, Niccolò, Mattia liberi subito! Alcuni No Tav Veneziani
Versione scaricabile del volantino: pd