Tra i primi mesi del 2012 fino al 2013 il quartiere di Barriera di Milano, “periferia” nord di Torino, è stato attraversato da una lotta contro gli sfratti tanto forte quanto condotta in maniera inedita.
Tra le strade bloccate dai cassonetti usati come barricate, tra i picchetti formati da un magma di compagni, sfrattati e solidali si è fatta largo un’ipotesi rivoluzionaria: partire dalla difesa di un bisogno per attaccare ciò che ci separa dai nostri desideri.
Nata da un incontro fortuito, e fortunato, tra due persone la lotta agli sfratti di Torino è stata in grado di segnare un passo diverso in un pezzo di città sospeso tra illegalità diffusa e gentrificazione, creando, tra chi ne ha fatto parte, legami di solidarietà e relazioni a volte brevi, a volte duraturi. Legami che, acquisendo insieme competenze e crescendo nella lotta, hanno avuto la loro parte nelle altre lotte sviluppatesi successivamente: difficile non vedere delle somiglianze, ed un immaginario comune, nei blocchi in Val di Susa di quel periodo o nei quartieri di Milano dove, a novembre scorso, si è resistito agli sgomberi ordinati da Aler e giunta Pisapia.
Il passato 3 giugno la Procura decide di colpire duramente tutto ciò che la lotta contro gli sfratti in Barriera ha prodotto: 111 indagati complessivi, 29 misure cautelari di cui 11 in carcere. In seguito alla scarcerazione degli arrestati, avvenuta a fine novembre, il PM Rinaudo ha richiesto per 5 compagni/e la sorveglianza speciale. Una misura, affibiata in modo sostanzialmente arbitrario, che condiziona pesantemente la vita di chi la subisce, impedendogli di frequentare pregiudicati, di tornare a casa dopo una certa ora, di frequentare locali pubblici.
Una provvedimento questo che è stato recentemente richiesto per un compagno a Saronno (richiesta poi respinta) e per 3 compagni/e a Bologna, facendo intravedere una nuova strategia repressiva: falliti i tentativi di reati associativi, fallito il paradigma del “terrorismo”, provare a fermare i sovversivi incuneandosi tra la loro attività e le loro relazioni, limitandole e perseguendole allo stesso tempo.
Per raccontare cosa è stata la lotta agli sfratti da chi l’ha vissuta in prima persona, per riflettere e organizzarsi contro le nuove misure di sorveglianza speciale di vediamo
VENERDì 6 FEBBRAIO DALLE ORE 10.00 A SANTA MARTA
DALLE ORE 18.30 ALL’EX OSPIZIO OCCUPATO, FONDAMENTA DELLE TERESE 9/A.