Vicenza odia, la polizia non può sparare

Bel presidio oggi in quel di Vicenza. Nonostante il freddo un buon numero di solidali ha ribadito la propria vicinanza ai ragazzi del San Pio X, raccontato di Manuel (detenuto morto di recente nel carcere di Venezia) e della manifestazione in solidarietà ai detenuti e contro i fogli di via di sabato scorso.

Che la polizia fosse particolarmente nervosa lo si era già capito a metà giornata, quando un impavido dirigente di piazza, individuando un paio di malintenzionati intenti a battere delle pietre contro una recinzione per far rumore, ha iniziato ad attaccarsi alla radiolina per chiamare rinforzi.

Ma il vero film d’azione inizia a presidio terminato. Alcuni solidali rientrano alle macchine dopo un colorato e rumoroso saluto, a cui i reclusi hanno risposto con una battitura. Sul loro percorso irrompe una macchina della polizia, portiera spalancata, da cui scendono nientepopodimeno che due secondini (!) imbruttiti che, mano sul ferro d’ordinanza, tentano goffamente di placcare chi se ne sta andando.

Sirene spiegate in via della Scola, sopraggiungono altri tutori dell’ordine che identificano tutti i presenti e se ne vanno. Nel frattempo una vettura particolarmente intrepida viene inseguita fino al distributore di benzina più vicino, gli sbirri scendono e, con tanto di pistole spianate e battute da copione (“Fine della corsa!”), intimano i presenti a mettersi faccia a terra.

Piano sequenza su periferia veneta con nebbia crescente. Stacco. Alla prossima.

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